Barbariga è un paese situato a 21 Km a Sud di Brescia, a ponente (Km 1.5) dalla strada Brescia - Quinzano, con una superficie complessiva di 14 Kmq, di circa 2000 abitanti e come frazione il centro abitabile di Frontignano.
Il nome del paese, comune ad altre località del territorio veneto, potrebbe. far pensare, anche se a riguardo manca un consistente riscontro storico, ad un castello feudale della famiglia Barbarigo, patrizia di Venezia, dalla quale è uscito nel secolo XVII il Vescovo di Padova e Cardinale B. Gregorio Barbarigo che nella chiesa parrocchiale di Barbariga è venerato il giorno 18 Giugno con messa solenne ed esposizione di una sua piccola reliquia. L'Olivieri richiamando altri nomi locali con la stessa radice "barba" aveva già dato l'indicazione sicura per ritrovare la vera etimologia del nome di "Barbariga" che, come quelli di Barbaine di Livemmo, di Barbata cremonese ed altri simili da lui indicati, deriva da 'tarba" cioè da ceppi tagliati a capitozzi, residuati di una selva tagliata per trasformarla in terreni coltivati.
Nel centro di Barbariga esistono ancora i resti di un antico piccolo castello campestre fondato probabilmente nei secoli XI - XII e che deve essere stato il nucleo primitivo dell'attuale borgata, sorta tardivamente attorno ad esso. Il culto di San Vito, che resta il principale patrono del paese e viene celebrato ogni anno con solennità il 15 Giugno, indica chiaramente un luogo insidiato dalle serpi perché San Vito era invocato dai Longobardi contro le insidie ed i danni dei serpenti velenosi. La bonifica agraria di questo territorio nel Medioevo è stata in gran parte opera del Monastero bresciano di S. Cosma, ed il 'Fienile delle Monache" è l'unico ricordo di questo millenario istituto religioso.
Nel 1428 rappresentanti di Barbariga giuravano fedeltà alla Repubblica veneta con altri diversi paesi della pianura bresciana e fin dal secolo XIV fu intensa la vita religiosa come dimostra nel cinquecento l'esistenza di ben sei chiese (S.S. Vito e Modesto, S. Maria del Ducco, S. Rocco, S.S. Gervasio e Protasio, S. Margherita e la chiesa della Disciplina) i cui benefici furono poi riuniti nell'unico beneficio parrocchiale che diede vita alla formazione di una parrocchia autonoma distaccatasi dalla giurisdizione della pieve di Dello.
Verso la metà del secolo XVII visi diffuse la malaria ed altre malattie con un vertiginoso aumento della mortalità: la popolazione che nel 1560 era di circa i 100 abitanti neI 1658 era scesa a 400 abitanti, risalendo nel 1760 a 600 abitanti. Impauriti dall'alta mortalità verificatasi nel 1761in concomitanza con la diffusione della coltivazione del riso il 10 Maggio 1762, al suono della campana maggiore della parrocchiale, armati di zappe e badili; i contadini di Barbariga marciarono verso il fondo della "Feroldina", proprietà della famiglia Valossi, distruggendovi le arginature della risaia. L'Autorità veneta non solo non intervenne contro i rivoltosi, ma nel seguente anno 1763 proibì in Barbariga la coltivazione dei riso. Cinque anni dopo, nel 1768, essendo ripresa la coltivazione del riso, i contadini distrussero ancora una volta le risaie e l'opposizione contadina finì solo con la rinuncia da parte dei proprietari a coltivare il riso.
Segno di un decisivo risveglio civile ed economico fu la costruzione nel 1900 del palazzo del Comune e delle Scuole più tardi. Negli anni 1751 - 1773 venne eretta su disegno dell'architetto abate Antonio Marchetti la nuova bella chiesa parrocchiale arricchita poi di notevoli opere d'arte fra le quali sono da rilevare la pala dell'altare maggiore raffigurante i S.S. Vito e Modesto, opera del bergamasco Ponziano Loverini (esposta all'esposizione artistica di Bergamo nel 1897 e collocata nel Novembre dello stesso anno), e le tele di Sante Cattaneo: Madonna e Santi (1784 - 1786), l'ultima Cena (1791) e la Via Crucis. I cinque altari marmorei sono opere pregeVoli di artigiani di Rezzato, mentre l'Altare Maggiore è decorato da bronzi dorati del bergamasco Gian Maria Girelli. Interessante il piccolo Santuario di S. Maria dei Ducco a 0,5 Km sulla strada verso Frontignano, a Sud - Ovest del paese dove esiste una Madonna dipinta a fresco sul muro, veneratissima dalla popolazione locale e quando nel 1806 fu pubblicato l'editto napoleonico che comandava di allontanare i cimiteri dai centri abitati il popolo di Barbariga trasportò i suoi morti attorno al santuarietto che fu benedetto il 18 Agosto 1890.